Jalila
Una grande passione per la danza e il teatro, e poi un viaggio in Egitto che ha segnato l’incontro con la danza orientale: inizia così la storia di Jalila, alias Elisabetta Ricci, artista e performer di livello nonché ideatrice e direttrice artistica di uno dei festival più originali che l’Italia conosca: il Bellyfusion Festival, che ogni anno porta ad Assisi star internazionali della bellydance.
Ma perché, tra tante discipline studiate, Jalila ha deciso di dedicarsi proprio alla danza orientale?
“A partire dai 13 anni ho collaborato con formazioni di teatro danza: sono sempre stata affascinata da tutte quelle danze che comprendevano l’interpretazione, come il flamenco. A 19 anni, dopo il mio viaggio in Egitto, ho iniziato a cercare un corso in Italia… certo, all’epoca non era facile, non c’era tutta la scelta che hanno le allieve di oggi! Infine, ho trovato la danza orientale più interessante per me perché mi permetteva di esprimere una varietà più ampia di stati d’animo, rispetto ad altre danze.”
Gli incontri decisivi nella formazione di Jalila sono con tre grandi maestri: anzitutto Zaza Hassan, conosciuto a Roma durante un workshop, fondamentale per l’impostazione di base e la postura. Poi Randa Kamel, la regina della tecnica, grazie alla quale Jalila ha conosciuto il vero e proprio “innamoramento” per la danza orientale; infine Kamellia, con cui ha approfondito soprattutto l’aspetto didattico di questa danza e l’uso degli strumenti (veli, ventagli…)
“In realtà ho avuto la fortuna di studiare con molti maestri, che mi hanno fatto amare sia la tradizione che la fusione… Ho studiato con molti americani, che trasmettono cose diverse ma hanno un loro grande fascino: Amar Gamal, Jillina, Saida… ultimamente, poi, mi sono avvicinata allo stile argentino. Fino a due – tre anni fa credo di aver cercato, alle volte, di riprodurre alcuni ‘schemi’, tecnici o stilistici, di artisti che ammiravo in modo particolare, mentre con la maturità ho capito quanto sia importante rielaborare tutto questo bagaglio tecnico in modo da trovare un mio stile personale!”
Un punto fermo nella carriera di Jalila è la creazione, nel 2011, del Bellyfusion Festival. Come differenziarsi dai già tanti festival di danza orientale in Italia? Ogni anno c’è un tema ben preciso, a cui tutti i partecipanti devono attenersi nel creare il loro pezzo, la loro esibizione: il primo anno è stati l’alchimia, i quattro elementi, declinati da ospiti d’eccezione tra cui Amar Gamal; il secondo anno il tema era quello del cinema e grandi artisti internazionali, tra cui Anasma, Jillina, Amir Thaleb si sono sbizzarriti in interpretazioni ispirate a film famosi; nel 2013 l’ispirazione è quella della leggenda, elemento fondante di tutte le culture: da qui partiranno tutti i partecipanti, prima tra tutte Randa Kamel.
Un grande successo di partecipazione e di pubblico corona ogni anno questa manifestazione, che tuttavia per Jalila non è un traguardo ma il punto di partenza per nuove sfide: di recente, la collaborazione con Yalla Raqs Festival di Irene Da Mario, collega e amica da molti anni, perché “la cosa bella della danza è anche questa: si creano contatti e amicizie che durano per sempre”.