Evelina Papazova
Un’immediatezza che arriva dritta al cuore, una tecnica raffinata e un’espressività da grande diva: le doti di Evelina Papazova vanno ben al di là del mondo della danza orientale. Così, se hai l’occasione di vederla danzare una volta, non la dimentichi facilmente: ed è proprio ciò che accadde una sera, in un ristorante vicino Bologna, a un signore arabo, seduto al bancone a bere una birra…
Ma incominciamo dal principio:
“Nel 1996 c’è stato il mio primo incontro con la danza orientale: per pura curiosità. Da noi, in Bulgaria, c’è qualcosa di simile, che si balla su ritmi greco-turchi… Sono andata a Ferrara per provare un corso base, un incontro al mese: a un certo punto ho sentito che volevo di più. Nell’oreficeria dove lavoravo mi avevano parlato di un ristorante vicino Bologna dove si ballava danza del ventre: è lì che ho visto per la prima volta una ballerina durante un’esibizione.”
È il primo incontro di Evelina con il Ristorante Aladino: uno di quegli incontri che lasceranno il segno.
“Andavo lì tre volte a settimana, mi portavo un costume fai-da-te, poi degli amici me ne hanno mandato un altro dalla Turchia… finché un bel giorno la proprietaria del locale mi ha invitato a danzare l’indomani. A danzare, io, come ballerina titolare? Mi ha preso il panico… era quasi Natale, ricordo che danzai con il velo e il velo si impigliò…”
Piano piano Evelina divenne una presenza fissa al Ristorante Aladino, fino al momento di un altro incontro fondamentale: “Una sera, mentre ballavo, vedevo un signore al bancone che mi fissava… pensai: povera me, questo è arabo, ora mi massacrerà! Invece alla fine della mia esibizione mi volle parlare: non poteva credere che non fossi una danzatrice professionista. Mi convinse ad approfondire, ad intraprendere un percorso di studio e perfezionamento… quell’uomo che mi incoraggiò era Jamal Ouassini!”
Inizia da qui la carriera da professionista di Evelina, che abbandona l’altro lavoro e si dedica solo allo studio e alla danza: prima a Milano, con Sabina Todaro, poi dal 2003 al Cairo e da lì in giro per il mondo con vari altri maestri. “Sabina mi ha trasmesso molti valori, anche se poi ho capito che il suo stile non poteva essere il mio… Se devo pensare a una figura che mi ha dato tanto, soprattutto dal punto di vista della didattica, mi viene in mente Zaza Hassan. Da lui ho imparato in maniera particolare l’autorità, la disciplina”. Ma la formazione di Evelina è passata anche per Gamal Saif, Wael Mansour, Randa Kamel e Jillina, che l’ha voluta con sé nel suo show Bellydance Evolution. Un successo tra tanti, perché Evelina è diventata ospite fissa nei maggiori festival e show nazionali e internazionali, fino a ideare e dirigere, nel 2013, il primo festival di danza orientale in Bulgaria: Layali Bulgaria.
“La mia danza non è tanto tecnica: io gioco molto sui ruoli… Non ho mai cercato di ‘fare carriera’, non ho un nome d’arte: ho fatto le cose seguendo la mia passione. L’ho sempre preso come un gioco, ed è ancora così!”