La musica araba nella danza del ventre
La danza orientale, in quanto danza dei popoli che abitano tra il Nord Africa e il Golfo Persico, nasce e si sviluppa in un rapporto di scambio costante con la musica araba, in particolare con la musica dal vivo.
Anche a un orecchio poco esperto, che si avvicini per la prima volta a queste sonorità, riesce facile distinguere due elementi fondamentali: il ritmo e la melodia.
È proprio su questi due pilastri che si basa la musica araba per danza, e sono queste le due ispirazioni che la danzatrice può decidere di seguire, nei suoi passi e nelle movenze del suo corpo.
Il ritmo viene scandito dagli strumenti a percussione, principalmente tamburi a calice e tamburi a cornice, mentre la melodia si articola grazie a strumenti a fiato e strumenti a corda e, nella musica araba, risponde a regole che si discostano abbastanza da quelle a cui è abituato un orecchio occidentale.
Nella danza, alle percussioni corrispondono in generale gli scatti, del bacino come del busto, e le vibrazioni o shimmy, mentre alla melodia si sposano tutti i movimenti sinuosi, che possono coinvolgere ogni parte del corpo della danzatrice. Il ritmo inoltre, specialmente se sostenuto, aiuta i movimenti nello spazio, le entrate e le uscite di scena.
Un’altra distinzione importante che riguarda la danza, e quindi la musica che la accompagna, è quella tra stile popolare e stile classico: ai vari stili di danza provenienti dal folclore corrispondono altrettanti stili (e ritmi) della musica popolare, soprattutto delle percussioni, mentre il raqs sharqi solitamente si accompagna a brani musicali più complessi, che magari riprendono elementi della musica colta, come l’improvvisazione o taqsim di un singolo strumento, sulla quale la danzatrice può, a sua volta, costruire una propria improvvisazione.
Naturalmente la complessità della musica araba va molto al di là della musica per danza: sulla musica colta il discorso sarebbe lungo, ma anche sulle mille sfumature della musica popolare, legate al folclore dei tanti popoli che oggi sono riuniti sotto l’etichetta di “mondo arabo”, ma che hanno a loro volta alle spalle culture e tradizioni differenti.
Una sistematizzazione venne tentata da un congresso tenuto al Cairo nel 1932, il cosiddetto “Concilio universale della musica araba”, in seguito al quale la conoscenza di questa tradizione musicale si diffuse anche in Europa.
Resta comunque il fatto che oggi le possibilità per interpretare la danza del ventre sono molteplici, e ciascuna danzatrice può scegliere in base alle proprie inclinazioni, oltre che allo stile prescelto, se ispirarsi alla musica araba tradizionale, alle sue rivisitazioni contemporanee o a sonorità del tutto differenti, magari provenienti dalla world music.