I quattro elementi nella danza del ventre
I quattro elementi, principi creativi alla base della generazione del mondo secondo molte filosofie antiche, elementi costitutivi del macrocosmo e del microcosmo che è in ciascuno di noi, hanno una grande importanza nella danza del ventre.
Come tutte le espressioni artistiche, infatti, anche la danza orientale lavora molto con i simboli e quelli che Gustav Jung definiva gli archetipi dell’inconscio collettivo.
La terra anzitutto, la Madre Terra, che è un elemento prettamente femminile, rappresenta il contatto con il proprio io profondo, le proprie radici, e simboleggia fertilità, stabilità, concretezza. Nella danza orientale dalla terra viene l’energia principale, quella che si trasmette, attraverso i piedi, a tutto il corpo. Tutti i passi del folclore, il baladi, il saidi, il fellahi, che non contemplano spostamenti sulle mezze punte, hanno un rapporto privilegiato con la terra, così come alla terra rimandano tutti i movimenti suggeriti dalle percussioni, come gli scatti, le vibrazioni, in parte anche i salti, almeno per quel che riguarda la spinta che, appunto, deve venire dal contatto con la terra stessa. Alla terra rimanda anche la danza con il bastone, che in alcuni momenti viene sbattuto energicamente a terra: e proprio alla Terra rimanda, nel mazzo dei Tarocchi, il seme di bastoni.
L’acqua è l’altro elemento femminile per eccellenza, rimanda al brodo primordiale, indistinto, in cui si sarebbe formato il mondo secondo alcune mitologie e, in fondo, anche secondo la maggior parte delle teorie scientifiche. L’acqua è figura del liquido amniotico, ci ricorda il periodo trascorso nel grembo della madre, ma è anche l’elemento costitutivo del nostro corpo, oltre a essere simbolo di purificazione. L’acqua, infine, ha a che fare anche con il piacere, la sensualità, le sensazioni di lasciarsi andare e di abbandonarsi. Nella danza del ventre rimandano all’acqua tutti i movimenti fluidi e ondulatori, suggeriti in modo particolare dalla melodia, come i cerchi, con il bacino e il busto, gli otto e i fiocchetti, ma anche le onde, i cammelli, i serpenti. Nella danza con gli oggetti, può essere ricondotta all’acqua la danza fellahi in cui le danzatrici portano un’anfora come quella che le donne dei villaggi utilizzano per attingere acqua alla fonte e portarla a casa.
Il fuoco invece è un elemento tipicamente maschile: ha a che fare con l’energia, la passione, la forza ma anche la creazione, la trasformazione, il superamento delle paure inconsce e il risveglio della coscienza. Nella danza orientale possiamo trovare il fuoco soprattutto sotto forma di energia nei movimenti decisi, come gli scatti e le vibrazioni, ma anche come elemento con cui danzare: infatti alcune danzatrici amano esibirsi in una fusione tra danza e giocoleria che contempla anche la presenza del fuoco vivo. Da non trascurare, infine, la danza con il candelabro (raqs el shamadan) o quella in cui la danzatrice tiene in equilibrio sulla testa un vassoio che sorregge delle candele accese.
L’aria, infine, è l’altro elemento maschile, che corrisponde anzitutto al respiro, allo spirito; è il respiro cosmico dell’Universo che diventa anche respiro dell’individuo, è sinonimo di ispirazione, di comunicazione, è la demarcazione tra la Terra e il Cielo, quindi il punto in cui materia e spirito si incontrano, è simbolo per eccellenza di libertà, come si evince dall’espressione “libero come l’aria”. Nella danza del ventre l’aria ha a che fare anzitutto con tutti i passi del raqs sharqi che si eseguono sulle mezze punte, i giri, gli arabesque. L’elemento Aria poi si esplica al massimo livello nella danza con il velo, e a nostro avviso anche nella danza con la spada (che secondo altri avrebbe a che fare con il fuoco), se è vero che la spada volteggia nell’aria e la sua lama taglia l’aria: e infatti nei Tarocchi il seme che rappresenta l’Aria è il seme di spade.